Emergenza Abitativa Sostenibile

La ricerca prende spunto dalla necessità di fornire un riparo adeguato a persone che si trovino in condizioni di precarietà abitativa a seguito del manifestarsi di uno o più eventi particolarmente traumatici (terremoto, tsumami, alluvione, etc...).

A partire dalla:

  • predisposizione di procedure in grado di garantire una adeguata gestione dell'emergenza sotto il profilo della sistemazione abitativa da garantire ai senzatetto;
  • presentazione di soluzioni spazio-distributive in grado di rispondere ai requisiti ed alle esigenze proposte da un'utenza in temporanea difficoltà;
  • progettazione di particolari costruttivi che limitino al minimo il dispendio in termini di tempo, risorse ed energie;
  • definizione - in base a precise schede tecniche e di montaggio - dei procedimenti così da pervenire alla corretta edificazione delle case in emergenza;
  • impiego delle tecnologie più all'avanguardia per la creazione, visualizzazione ed implementazione dei risultati oggetto di dibattito,

i principali obiettivi attualmente raggiunti da questa Ricerca sono:

  • la progettazione di un sistema costruttivo a struttura lignea con realizzazione in scala 1:1 di una delle unità tecnologiche indagate;
  • la stesura di apposite schede tecniche ed operative per il montaggio semplificato reversibile;
  • la redazione ed implementazione di un manuale per la gestione dell’emergenza;
  • la creazione di appositi utensili da lavoro per la semplificazione delle fasi di montaggio degli elementi edilizi oggetto di Studio;
  • un’adeguata e consona adattabilità delle soluzioni costruttive al contesto;
  • la presentazione - che si avvale di strumenti di gestione delle informazioni di tipo ipertestuale - di un percorso attraverso il quale permettere all’utenza stessa di partecipare a tutte le operazioni necessarie alla contestualizzazione degli edifici sul territorio;
  • un’idonea raggiungibilità delle informazioni ritenute indispensabili per governare i processi organizzativi grazie ad idonei supporti multimediali.

Sul fronte degli ipotetici sviluppi di questo Lavoro ci potremmo rifare principalmente ai seguenti importanti punti programmatici (in via di definizione):

  • elaborazione di due tipi di questionari; uno diretto ai Responsabili di processo ed inteso a conoscere quali possano essere le migliorie da apportare al sito web ed al multimedia (consultabile su apposito supporto removibile). L'altro indirizzato invece all'utenza finale e da distribuire in maniera capillare una volta ripristinatasi la condizione di normalità, così da valutare le reazioni dei singoli e soprattutto permettere un reale e costruttivo confronto di idee in modo da migliorare le soluzioni proposte ed apportare gli opportuni ed idonei correttivi;
  • ricondurre al linguaggio web l'intero evolversi dello Studio (comprendendovi quindi tutti i contenuti presentati su supporto removibile);
  • permettere l'incontro di più figure professionali senza che queste debbano abbandonare i loro studi e perdano tempo (e risorse) a muoversi verso il luogo colpito dall'evento traumatico;
  • implementare il concetto di "Virtual City", così da passare dalla dimensione locale a quella glocale immettendo un numero sempre crescente di informazioni utili (magari richiedendo la collaborazione di esperti del settore informatico, edilizio, ed in particolare dell'auto-costruzione), e permettere sia una "crescita culturale" della "Città Virtuale", sia un confronto trasversale tra le varie figure professionali coinvolte;
  • sovvenzionare la "filosofia open source", privilegiandone l'impiego rispetto ad altri sistemi di sviluppo e rendendo il suo apporto determinante, così da svincolare gli strumenti di lavoro (siano essi multimediale o di altro genere) da qualsiasi tipo di royalty;
  • coinvolgere Istituzioni, Enti, Società, Ditte interessate allo sviluppo di una più ampia rete di rapporti e relazioni, in modo da rendere immediato il contatto tra varie figure e favorire l'implementazione normativa nonché un sensibile interessamento alle tematiche dell'edificazione in condizioni di emergenza;
  • aprirsi verso il mondo del lavoro con l'istituzione di specializzazioni che creino ulteriori professionalità (es.: gruppi di lavoro che si occupino di trasformare in formato elettronico tutta la documentazione necessaria per l'intervento in emergenza);
  • richiedere ai Comuni di inserire nei loro piani regolatori "aree a destinazione ludica" (sul cui suolo organizzare eventi di vario genere; alcuni esempi: mostre itineranti, fiere, concerti, …), perfettamente attrezzate per la destinazione cui vengono adibite, così da riconvertirli facilmente ad altro scopo qualora si presenti una situazione di emergenza;
  • sollecitare le amministrazioni comunali particolarmente esposte ad eventi calamitosi a dotarsi di appositi strumenti (risulta sufficiente una comune macchina fotografica di tipo tradizionale o digitale), che permettano di scattare foto panoramiche da montare in sequenza ed inserire nel database relativo alla contestualizzazione urbanistica della comunità dei senzatetto. In tal modo si verrebbe a creare, nel tempo, un valido e soprattutto vasto archivio da cui attingere informazioni utili per organizzare al meglio l'intervento d'emergenza a seconda del luogo in cui ci si trova ad operare;
  • formare personale specializzato, come già molte amministrazioni stanno facendo, prevedendo però l'istituzione di un apposito "registro di intervento" in cui annotare i dati utili per la convocazione dei professionisti disposti a prender parte - in forma volontaria - alle fasi di primo soccorso, sgravandole nel contempo dagli impegni lavorativi limitatamente ai tempi, ai modi ed alla qualifica rivestita durante l'intervento in emergenza (in questo modo si garantirebbe, di volta in volta, la convocazione di un numero adeguato di volontari);
  • pianificare il disboscamento attraverso politiche di "taglio selettivo" che permettano il "ripopolamento" dell'ambiente boschivo nel caso ci si avvalga di materiale ligneo per la costruzione dei prototipi;
  • servirsi di specie attualmente poco o mal impiegate (si pensi al legno di Robinia), attraverso appositi accorgimenti che le rendano a tutti gli effetti utilizzabili;
  • costruire magazzini o riutilizzarne di vecchi (magari abbandonati e previo opportuno ricondizionamento), per ricoverare i kit di montaggio delle unità abitative, così da renderli disponibili nell'immediato qualora si manifesti una criticità nelle vicinanze;
  • evidenziare eventuali indicazioni di riprogettazione qualora le soluzioni proposte risultino in qualche modo carenti, cercando di prediligere le modifiche che aumentino la facilità costruttiva e la conseguente sicurezza delle operazioni in cantiere.